Programma – sanità
Sanità
valorizzazione e creazione di settori anche nuovi di eccellenza negli ospedali di Fano e Pasaro, amministrativamente e organizzativamente messi in comunicazione, dopo l’unificazione di questi due ultimi aspetti.
Un nuovo modo di vivere la politica
Sanità
valorizzazione e creazione di settori anche nuovi di eccellenza negli ospedali di Fano e Pasaro, amministrativamente e organizzativamente messi in comunicazione, dopo l’unificazione di questi due ultimi aspetti.
In una regione di 1 milione e mezzo di abitanti, pensare di portare qui in provincia reparti di alta specializzazione che il piano sanitario 2012-14 ha sancito debbano essere esclusivo appannaggio di Ancona è velleitario, perchè tali reparti abbisognano di garantirsi un bacino di utenza più grande dell’ambito locale tale da offrire l’ampia casistica in grado di mantenerne l’efficienza. Certo anche nel nostro ospedale possono affiorare competenze che si pongono come guide del settore, vedi il caso di neuropsichiatria infantile che ha messo a punto una terapia per l’autismo che richiama pazienti anche da fuori regione. Tali competenze andrebbero certamente valorizzate e non mortificate come stava per succedere non rinnovando i contratti di chi in quel progetto lavorava. La prevenzione e la cura del tumore al seno femminile a Fano si è distinta per la messa a punto di servizi qualificati ed efficaci e andrebbe anche questa esperienza garantita nei possibili futuri sviluppi. Ma oggi il rischio è quello di continuare a svuotare l’ospedale S. Croce di tutte le positività che ha saputo esprimere a favore dell’ospedale di Pesaro. La pari dignità che era stata assicurata viene continuamente smentita. vogliono arrivare all’ospedale unico sulle macerie di quello che rimarrà. Battersi quindi per la difesa del nostro nosocomio è importante e non contraddice la volontà comunque di trasferire da questo tutte quelle funzioni che le sono improprie al territorio, realizzando quella medicina di prossimità, questa sì moderna e all’altezza dei tempi.
E’ auspicabile o deleterio coltivare l’aspettativa di avere al nostro livello provinciale un ospedale che abbia come quello di Ancona le cosiddette alte specialità? E’ possibile che in una regione di un milione e mezzo di abitanti ci possano essere 2 cardiochirurgia o 2 neurochirurgia o 2 centri per trapianti? Sono reparti che per essere efficienti ed efficaci devono disporre di una casistica di interventi che travalichi l’ambito provinciale. Ed è possibile illudersi di fare concorrenza in questi settori ad Ancona o alla Romagna che hanno già una consolidata esperienza? La migrazione dei pazienti verso le strutture ospedaliere fuori della nostra provincia non avviene per casi di cui si occupano le alte specialità, ma per patologie affrontate da comuni reparti di ortopedia o similari.Il problema in questo caso non è quindi dovuto al fatto di non avere un ospedale nuovo o moderno, ma di non aver rimpiazzato quelle rinomate professionalità che l’ospedale di Fano ha avuto in passato con personalità dello stesso calibro. Se l’ospedale o gli ospedali della provincia di Pesaro debbano avere come compito i livelli minimi di assistenza di area vasta questo non fa scandalo, quello che i cittadini chiedono è che questo compito venga eseguito in maniera eccellente, parola fin troppo abusata a sproposito, ma in questo caso la uso per rimarcare che eccellente può essere la cosa più umile se fatta con impegno e competenza. Il dirigente sanitario regionale Carmine Ruta invece ha sempre parlato di nuovo ospedale giustificandolo con il motivo che prevedendo sempre minori apporti economici dallo Stato bisogna razionalizzare e diminuire la spesa ed un unico ospedale serve a questo obiettivo. Quindi non arricchisce l’offerta ospedaliera, ma la snellisce rendendola mano costosa a suo dire. Il problema è che per rendere più snello l’ospedale bisogna parallelamente irrobustire le altre strutture di continuità assistenziale, cosa di cui nulla si scorge all’orizzonte. Insomma ci vuole un piano complessivo e strategico di tutta la rete di servizi provinciale di cui gli ospedali sono un tassello, sicuramente importante, ma non unico.
credo sia necessario fare una analisi corretta sugli attuali bisogni dei cittadini spostando il sistema attuale di cura a consuntivo a cura preventiva.Quindi piu’monitoraggio del paziente a partire dalla fase pediatrica in avanti e maggior incisivita’ del medico nello stile di vita sano portando i vari specialisti medici anche nelle scuole per correggere e prevenire eventuali patologie.Una maggior consapevolezza del cittadino riguardo la sua salute comportera’la revisione di alcuni parametri in uso oggi rendendo forse superfluo il dibattito di ospedale unico ecc.Per contro vi e’una popolazione che invecchia per cui va tenuto conto anche di questo aspetto che non mi sembra trovi risoluzione con accentramento ospedaliero.